Friedrich W. Murnau, Nosferatu, 1922



Capolavoro dell'espressionismo tedesco: l'inquadratura è carica di una potenza espressiva unica nel suo genere, caratterizzata da tinte forti, impeto selvaggio. Come nella pittura, anche nel cinema si imprime l'istinto, si libera l'interiorità. Non sono accettate le mezze misure. La recitazione si riempie di slanci, le scenografie sono estremizzate.

Gotico: L'elemento gotico si esprime attraverso la scelta dei personaggi principali, spesso diversi, alienati, addirittura deformi. Non solo il conte, ma anche l'agente immobiliare, destinato a servirlo.

Romanticismo tedesco: Non vi è solo l'enfasi dei sentimenti umani, trascinanti. Il paesaggio stesso si veste degli stessi sentimenti, suggerendoli a sua volta ai personaggi, interferendo con le loro vicende.

Il sublime: La prima inquadratura del paesaggio dei Carpazi rievoca il senso del sublime della pittura di Friedrich. L'immensità, che schiaccia l'umano, lo investe a lcontempo di grandezza, lo trasfigura, come nel romanzo di Stoker.

Il contrasto: Il protagonista, quando i contadini si fanno il segno della croce, oppure quando legge i libri di superstizione popolare, se la ride. La mimica e la gestualità si fanno spiritose, allegre, il paesaggio viene visto come idilliaco e festoso. Il colore della pellicola diventa solare. Poi all'improvviso tutto si incupisce, il terrore prende piede. Maestosa la sequenza in cui la coppia in casa amoreggia felice, ma dalla finestra in un angolo Murnau lascia intravedere lo spettrale magazzino di Lubecca che diverrà la tana stregata del conte. Per evidenziarla e far sì che lo spettatore la colga, Munrnau fa rientrare il marito nell'inquadratura sullo sfondo, avanti e indietro davanti alla finestra. Uno dei momenti più alti della settima arte.

Sonnambulismo: Il male attira verso di sé. La bella moglie è sonnambula, inizia ad avere la febbre, si sente attratta dalla finestra incriminata dall'altra parte del canale, dove presto si affaccerà l'oscura presenza. Lui sente lei, lei sente lui. si chiamano. Le inquadrature, montate insieme, danzano impazzite.

L'inseguimento: La folla inferocita decide di cacciare l'agente immobiliare, capro espiatorio, il tumulto si accende nei vicoli. Movimento di masse sulla scena, dinamismo a atmosfera di complotto.

La sfilata delle bare: il corso dritto in verticale di fronte alla macchina da presa, le bare che sfilano funeree dall'alto in basso. Poesia lugubre.

Le croci sulle porte: Bussa e ascolta. Nessuna risposta. Traccia una croce bianca sulla porta e passa alla successiva. Più di mille parole, in pochi secondi Murnau riesce a esprimere il dramma della pestilenza. Un libro di storia.

L'eros: La moglie chiede al marito di andare a chiamare il dottore. Si butta sul letto fingendosi moribonda. Ma appena esce, spalanca la finestra.

Il muto: Non avendo a disposizione il parlato, Murnau, è costretto a accorciare il più possibile le inquadrature. Per coinvolgere lo spettatore ricorre ai continui cambi di scena, che diventano esplicativi dell'evolversi della vicenda. Il lavoro si concentra sul montaggio. 

L'architettura: Quale scenario poteva essere più adatto dei Magazzini del sale di Lubecca, così sbilenchi, dalle mille finestre come occhi bui ? L'edificio è tra i principali riferimenti dell'espressionismo architettonico del primo Novecento.

Lubecca: Sembra fatta apposta per ospitare la versione cinematografica di Nosferatu. Antica, misteriosa, piena di vicoli oscuri. Il tempo scorre lento, come l'acqua nei suoi canali... 






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