Govinda Van Maele, Gutland, 2017

 

Govinda Van Maele, Gutland, 2017 
 
 
 
Un ragazzo robusto coi capelli lunghi, dall'aspetto selvaggio, giunge in un villaggio sperduto tra i campi in Lussemburgo, in cerca di un lavoro stagionale presso qualche azienda.
Lo respingono.
La sera, in una balera, una ragazza del posto gli offre da bere e poi lo invita a casa sua. Una volta finito, lui prende il suo borsone e torna fuori, al buio, per andare a dormire alla fermata del bus. Il mattino un signore passa a prenderlo e gli riferisce che in una fattoria cercano un aiutante.
Così il ragazzo entra a far parte della famiglia allargata dei contadini. Ritrova l'amica, come compagna di lavoro e di giochi. Lo puntano anche le altre donne, le mogli dei contadini, che appaiono alquanto disinibite. Ma qualcosa non torna.
Nel villaggio cova un'aria malsana, malefica.
Lui si trova bene, decide di rimanere. Non accetta le avance, sembra preoccupato di qualcosa. Se quel qualcosa sia dentro di lui, oppure fuori, in ciò che scopre, lo capiremo solo strada facendo. 
 
L'atmosfera si fa via via sempre più cupa, misteriosa, intrigante.
L'aspetto più rilevante è l'ambiguità di ognuno dei personaggi, che mantiene viva l'aspettativa. Ciascuno sembra possedere sia una faccia sorridente che qualcosa di cattivo. Non sai mai cosa aspettarti.
Restiamo inchiodati allo schermo per saperne di più, fine alla fine.
E il finale è, incredibilmente, splendido. Tutti o quasi sbagliano i finali, rovinando ciò che si è costruito con trovate incongruenti e illogiche per tentare di catturare l'attenzione.
Van Maele non commette errori e la conclusione della vicenda soddisfa in pieno.
La perfezione.
 


 
#appuntinellaforesta #vanmaele #gutland #film