Alice Rohrwacher, La chimera, 2023

 

Alice Rohrwacher, La chimera, 2023 
 
 

 
Questo film mi ha conquistato perché non capivo nulla di quanto stesse accadendo, non riuscivo a intuire, eppure mi incuriosiva, mi attraeva a sé con inesorabile, labirintica forza magnetica. A renderlo grande non sono i colti echi felliniani, le ridondanti feste, i volti, le risate, i balli, i festoni paesani. A renderlo grande non sono i silenzi pasoliniani, colmi degli sguardi dei personaggi immersi nella natura, muti. A renderlo grande è il mistero assoluto.
Ma non solo. C'è anche altro.
Il protagonista, l'inglese, elegantissimo, dorme nello scompartimento di un treno italiano degli anni '80. Tre ragazze siedono accanto. Lo mangiano con gli occhi. Il controllore lo sveglia per il biglietto. Le ragazze allora lo assillano di domande, che lui sembra non gradire. poi sta al gioco, assecondando i loro tentativi di approccio. Fino a che un venditore ambulante lo secca al punto che lui lo spintona via. Tutti nello scompartimento fissano sconvolti l'inglese. Le ragazze si alzano e se ne vanno. Chi è questo personaggio ambiguo e sfuggente? Altre decine di minuti e continuo a non capire. Dirò solo che vive in una baracca di campagna e frequenta un gruppo di amici fuori di testa. Quello che faranno assieme poi, di cui non accenno nulla, è sbalorditivo.
Mi ha emozionato.
L'atmosfera è stregata. La fotografia ricorda le pellicole Kodak anni '80, che adoro. Ci trasporta in quella precisa dimensione, delle foto ricordo. Indietro nel tempo, in un paesino sperduto.
Ma è l'inglese ad avere in sé qualcosa di magico. Come un rabdomante gira per i boschi cercando qualcosa, trascinato, in trance. Ha visioni, impossessato da una follia, da una chimera. Vede cose che altri non possono vedere. Intuito, fiuto, premonizione. In questo ricorda invece un personaggio alla Tarkovskij, uno stalker, un Rublev. Un matto in Dio, uno di quei vagabondi considerati santi nella Russia di un tempo. Affine al ciarlatano, circondato da superstizione, ma che infine porta dentro una fede incommensurabile.
 




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